Dobbiamo restituire dignità alla scuola

La Uil Scuola ha chiamato a raccolta le Rsu e i quadri sindacali nel consueto incontro di fine anno scolastico, dove si è tracciato il bilancio di un anno scolastico intenso e propulsivo, che ha visto il sindacato protagonista di battaglie culturali in difesa di tutti i lavoratori del mondo della scuola viterbese. La segretaria della Uil scuola Lazio con delega sulla provincia di Viterbo Silvia Somigli ha ricordato quanto sia stata determinante l’azione della Uil scuola nel dibattito politico nazionale, un’azione che ha permesso di alleggerire notevolmente gli effetti negativi della Legge 107.

“Bisogna permettere alla scuola di riprendere ossigeno dopo l’intossicazione di riforme e di tagli degli ultimi venti anni”, ha affermato Somigli. “Con il contratto appena firmato, abbiamo già posto modifiche alla legge 107, che dovranno essere definite ulteriormente, e permesso, attraverso interventi di ripristino normativo, una ritrovata considerazione sociale e professionale ai lavoratori della scuola. Auspichiamo che il nuovo ministro, al quale auguriamo buon lavoro e che ben conosce il sistema scolastico, voglia dare continuità alla strada intrapresa. È nel congresso nazionale, da poco concluso, che abbiamo definito una linea sindacale in grado di intervenire sulle motivazioni che devono restituire dignità, in primo luogo all’istituzione scolastica, che deve essere quella della Costituzione, laica e nazionale. La nostra attenzione – prosegue Somigli – è rivolta a valorizzare il ruolo di docenti, Ata e dirigenti che sono, insieme ad alunni e famiglie, l’elemento costitutivo della comunità scolastica”.

“Proprio agli alunni e alle famiglie si deve porre attenzione”, ha ribadito Silvia Somigli, evidenziando, tra i problemi più urgenti, quello del precariato.

“Questione – ha concluso infine – che nell’immediato riguarda le ‘maestre magistrali’ che va risolta con un provvedimento ponte, urgente insieme a quella delle retribuzioni, per le quali vanno definiti interventi finanziari mirati”.